giovedì 6 giugno 2013

Piccoli passi...

Sento l'ansia a volte crescere, quando mangio a pranzo, o come poco fa... che non sto mangiando, eh, ma sono qui alla scrivania a fare preventivi, da sola,  e non ci sono particolari motivi che mi possano lasciare in subbuglio lo stomaco, eppure ho questa sensazione.
Forse è l'abitudine, forse è un riflesso. Però qualcosa è diverso dal solito. Con leggerezza ho mangiato due caramelline e mi sono fermata. Senza sentirmi male, senza rabbia, senza quella strana e dolorosa sensazione di stare male se non riempio lo stomaco.Mi sembra strano. Bello ma strano, e in alcuni attimi mi sembra mi manchi qualcosa, ma è controllabile, e non travolgente come sempre.
Vi posso assicurare che in 30++ anni, non mi è  MAI capitato di stare così.... così.... indifferente. Indifferente verso il cibo.
Qualcosa pian piano sta cambiando.

I problemi ci sono ancora, ma sto cercando di smantellarli e mi sento meglio.

Ho capito che sto meglio quando sto da sola. Appena mia madre entra nella stanza dove sono io, ci ho fatto caso e mi viene una specie di affanno in mezzo alla pancia. Non è il massimo spiegato così, ma bene o male è quello che sento... e mi si accorcia il fiato e inizio ad agitarmi. Una volta un amico mi disse: è perchè ti senti sotto minaccia.
Forse è vero. So già che appena entra, sicuramente:
1) borbotterà qualcosa, e mi verranno i nervi perchè o ascolto lei o scrivo mail, non so fare le due cose insieme, ma lei deve passare davanti a tutto "perchè è la mamma"; non sopporto questa precedenza obbligata che vuole su ogni cosa;
2 ) se PER LEI non sto facendo niente di che, allora inizierà a dirmi di fare questo o quello, e anche se non ha bisogno di aiuto mi chiederà comunque di aiutarla. Questa è una cosa che ODIO, e che fa da sempre, perchè non rispetta nè me nè i miei spazi. Non ha bisogno di aiuto, eppure pur di non lasciarmi qui a fare qualcosa che a lei non sembra utile, mi deve rompere le palle per qualcosa. Non sa rispettare gli spazi altrui, perchè il suo ruolo di madre le dà il diritto di fare qualunque cosa ( anche leggere i nostri diari personali, quando eravamo piccole... io lo ho scoperto perchè mio padre, ormai anni fa, mi disse per sbaglio che lei leggeva quello di mia sorella perchè secondo lei era troppo taciturna in quel periodo ed era preoccupata... mio padre ovviamente guai a contraddire mia madre, e a darle torto, mentre io indignata protestavo... una adolescente COME MINIMO è taciturna, e se lo è, lasciala in pace!! Questi sono i livelli a cui è arrivata, entrare nella privacy altrui perchè LEI non sa tenere la sua ansia sotto controllo  )
3 ) qualunque cosa io stia facendo, per lei non va bene e devo farla in altro modo;
4 ) solitamente è di umore medio basso, quindi i suoi saluti e i suoi sguardi sono sempre cupi, e sinceramente sono stufa ... capisco che il fatto di essere una donna che è stata trascurata in vita sua dal marito, o non capita, o lasciata sola, l'abbia fatta deprimere, o esaurire, o non so cosa, ma sono veramente rare le volte che ti accoglie con un sorriso.

Comunque la verità è che devo imparare a staccarmi io da tutto ciò... e imparare a modificare la reazione che ho davanti a ogni cosa...

Ora devo andare a casa a pranzo, e sinceramente non ho alcuna voglia... Parlare di certe cose, come ho fatto ora, mi mette comunque in agitazione, e non voglio mangiare in questo stato mentale.

lunedì 3 giugno 2013

La rivelazione

"Ma io non capisco, perchè vado in ansia davanti al piatto mezzo vuoto? E perchè sto male, ma proprio male, se non ho il piatto pieno che quasi straborda, mi manca l'aria e mi si stringe qui,?". E mi metto il pugno proprio in mezzo al petto.
E il doc prontamente: "Perchè quel desiderio di mangiare, di riempirsi, sono tutte cose che lei deve dire e non dice. Deve trovare un modo per tradurre quella fame in parole con cui manifesta la sua rabbia, l'ansia, il....". Ha fatto un elenco di sentimenti e sensazioni diverse, ma la mia mente si è fermata e non ha ascoltato piu' nulla dal momento in cui ha sentito la parola RABBIA.

E' vero, sono arrabbiata. Tanto.
Sono arrabbiata con mia madre, sono arrabbiata con la società, e sono arrabbiata con me stessa.
 Sono arrabbiata perchè nessuno si è mai accorto di quanto stessi male e quando l'ho segnalato la cosa è stata presa sotto gamba, sono arrabbiata con mia madre per tutte le responsabilità che mi ha affibbiato quando non era il caso, sono arrabbiata per la rabbia che lei sfoga su di me e per come urla per come continua a tirarmi a sè e per come non mi fa crescere, sono arrabbiata perchè non si è mai presa cura di sè e non salvaguardando il proprio benessere non ha salvaguardato neanche il mio, sono arrabbiata con mio padre che quando mia madre aveva bisogno l'ha lasciata da sola contrbuendo a fare peggiorare la sua situazione emotiva già instabile, sono arrabbiata con chi mi ha sempre tenuta per seconda o usata, sono arrabbiata con me stessa per essermi fatta ridurre così e non aver preso le MIE difese e per non essermi presa cura di me, prima.

"Se non ci vediamo, lei deve provare a scrivere, a tramutare in parole tutto ciò che si muove dentro di lei. Che rapporto ha con la scrittura?"

E se le dico che sono grafomane, dottore? :-)

La rabbia, e in generale i sentimenti negativi inespressi diventano fame nervosa. Questa è stata la rivelazione di oggi. Come se non ci avessi mai pensato... ma per come l'ha detto, o per il fatto che me lo sono sentito dire da un'altra persona, ha avuto un effetto quasi liberatorio e illuminante. Perchè a pensarci bene, a furia di sentirmi dire di fare la brava bambina, ho sempre detto di si, e non mi sono mai ribellata a niente, e non ho mai manifestato contrarietà, obiezioni, o disaccordo, facendomi andare bene tutto... per non dare fastidio e per non dare dispiacere.

"Dottore, io non dico cose sgradevoli per non offendere nessuno. Idealmente mi è stato insegnato a non disubbidire, e a non fare niente di spiacevole che possa dare fastidio o lasciare delusi o amareggiati gli altri. Il problema che mi pongo adesso è: perchè penso sempre a fare felici gli altri, e mai me stessa?"
"Questa è una bella domanda... e la risposta è che, comunque, per quanto si sforzi, MAI riuscirà a fare felici tutti. E' un giro senza senso perchè se quello che fa, lo fa solo per gli altri, lei non sarà felice, e quindi non deluderà gli altri ma starà male lei e arriverà a odiare i suoi genitori, che quindi comunque alla fine saranno delusi e tristi lo stesso. Comunque vada, lei non starà bene, o non staranno bene loro. Probabilmente loro si permettono certi commenti sulle sue scelte, sul fatto che sta a dormire dal suo compagno o altro, perchè la vedono titubante e sanno che la loro opinione per lei conta. Altrimenti non avrebbero motivo nè modo di commentare, le pare? Deve trovare il modo di non sentirsi in colpa quando fa le cose, e soprattutto di non pensare al dispiacere che può causare negli altri... quello è secondario, che comunque qualunque cosa faccia può esserci o può non esserci. Magari alcune cose sono giganti nella sua testa, però nella realtà non lo sono, o sono meno gravi. E se le persone se la prendono, importa relativamente se la scelta è giusta per lei e la fa stare bene. E soprattutto, non c'è solo l'accettare o il non accettare, ci sono anche le vie di mezzo... "

E così un lampo mi ha attraversato la mente, mi è diventato tutto chiaro e all'improvviso mi sono resa conto di una cosa.
Che se mai avrò dei figli, non imporrò loro MAI MAI MAI di comportarsi bene a tutti i costi, di stare zitti, non muoversi, non fare casino, di comportarsi da "bravi bambini", di "non farmi fare brutte figure", di non dare festidio. Perchè con tutte queste raccomandazioni IO sono cresciuta senza aver imparato ad esprimere i miei bisogni e i miei sentimenti, ho invece sempre messo tutto a tacere per fare la brava e non dare un dispiacere ai miei.
I bravi bambini NON sono quelli che non danno nell'occhio... tutti i bambini sono bravi.... e i bravi bambini sono quelli che hanno un movimento vitale dentro, che li porta a crescere e a essere se stessi. Non sgriderò mai mio figlio perchè ha avuto un moto di stizza, o perchè ha detto di no, o perchè non è stato d'accordo o perchè ha sbuffato, non gli imporrò di dire sempre si o di essere sempre d'accordo, e spero che se dovesse capitare, ci sia qualcuno a fianco a fermarmi, a farmare un eventuale muso mio, o una mia eventuale cazziata inutile.

La libertà non sta solo nel fare indiscriminatamente quel che si vuole, la libertà è anche libertà di manifestare la propria individualità, i propri sentimenti belli o brutti che siano, i propri desideri e le proprie passioni. E le persone che si hanno intorno, a maggior ragione se sono genitori, HANNO IL DOVERE di rispettare i pensieri dei figli, anche se diversi dai loro, anche se non uniformati ai loro... perchè anche se il figlio è "piccolo", non vuole dire che la sua idea, opinione o sentimento valga MENO del loro.