mercoledì 10 luglio 2013

Update

E' passato quasi un mese dall'ultima volta che ho scritto. Ho sempre sperato di poter sciogliere questo nodo che ho e che mi spinge a mangiare ma, sebbene abbia capito da dove viene e come si genera, è talmente forte che al momento non è possibile che la cosa si affievolisca spontaneamente. E questo mi fa arrabbiare.

Dovrò proprio guardare in faccia l'impulso, in quei momenti, e affrontarlo, con strategie diverse. Il doc dice che per la gente funzionano cose diverse: mettersi a disegnare, chiamare un amico al telefono, mettersi a scrivere ecc. Dice, "l'importante è trovare una cosa che dia piu' soddisfazione del mangiare". Mi sono venuti i nervi lì per lì, perchè io non trovo proprio niente. Sono rimasta un pò delusa, perchè speravo che scavando e scavando, comprendessi e capissi, e tutto migliorasse un pò da solo, ma a quanto pare la verità è che devo combattere ancora, di nuovo, e io al momento sono veramente stanca.

Potrebbero dirmi che sono tutti alibi, e forse è anche vero. Forse mi aspettavo una soluzione piu' facile, piu' semplice, e invece no.
C'è una via di uscita ma, di nuovo, me la devo guadagnare stringendo i denti e soffrendo.

Mi dispiace ma oggi in tutto ciò non ci vedo nulla di positivo. Continuo a chiedermi perchè proprio io sono così, perchè ho questa "dipendenza", visto che non me la sono di certo cercata, ma in fondo forse non posso biasimare neanche solo mia madre, visto che è anche la mia testa, a reagire in modo sbagliato alle cose. E se sono cresciuta così, la responsabilità è sì di mia madre, ma anche della mia testa bacata, che nel momento in cui doveva reagire ad alcune cose, o accettarne altre, non è stata in grado di farlo.

Abbiamo parlato una delle scorse volte, di quando è stata la prima volta di cui ho ricordi di abbuffate. I ricordi li ho da sempre, mia madre da piccola andava a lavorare e mi lasciava dai miei nonni, e ricordo che a metà pomeriggio senza dare nell'occhio con una scusa salivo a casa mia, e mi facevo toast e panini di nascosto. Ero piccola, avrò avuto 7-8 anni.
Ed è stato lì che lo psico mi ha detto che quindi il motore di tutto potrebbe essere stata l'assenza e la mancanza. Assenza di mia madre che andava a lavorare ad es.
Non so poi come questa cosa sia diventata una abitudine e sia diventato così naturale non ascoltare piu' il mio corpo e il senso di fame. 
Ad ogni modo, oggi è l'ultimo incontro con il doc prima delle ferie. Sinceramente non ho voglia che sia l'ultimo appuntamento, ho paura di rimanere ferma con la testa per un mese e mezzo.  


2 commenti:

  1. Quante cose abbiamo in comune io e te... Sto leggendo a ritroso il tuo blog, scoperto da poco e su qualche post sono rimasta davvero impressionata per le similitudini. Sono quasi tutte correlate alla radice ed ai contesti che hanno molto probabilmente innescato o portato alla luce il disordine alimentare.
    Anche io non ho trovato una sostituzione efficace che riesca a distrarmi in quei momenti, anche perché(scusa il gioco paradossale di parole) negli ultimi anni sono pienamente cosciente di non essere lucida; cioè nell'attimo in cui mi scatta, sento di non essere "in me" come dieci minuti prima e a 34 anni ormai, pesa enormemente, perché condiziona troppo la mia vita, le mie scelte ed anche le paure. Anche io mi domando sempre perché dovevo portarmi sulle spalle questa dipendenza, anche io ho scavato dentro le responsabilità di mia madre (da un anno sono rimasta sola con lei), anche io sono stanca...però non possiamo permetterci di mollare.
    Ho provato a pensare alle prime volte che mi è successo e come te, anche io surrogavo un'assenza; quando ero piccola con i gelati l'assenza di mia madre, quando sono tornate le abbuffate da adulta, surrogavo, anticipando, l'assenza di una persona che sapevo se ne sarebbe andata.Oggi, credo, servono a riempire qualsiasi tipo di vuoto e se devo essere sincera, a volte anche per cazzate (per le quali poi mi arrovello il doppio ovviamente).
    Da tanti anni non parlavo dei miei problemi su un blog (prima ne avevo uno). Li leggo ma non commento mai perché non mi ci ritrovo...qui è stato diverso.

    V.

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    1. Cara V,
      ti ringrazio davvero di cuore per il commento, l'empatia e la compresione. Mi rendo sempre più conto di quanto abbiamo in comune "noi tutti" che soffriamo di questo problema.
      Il passaggio lucido che hai fatto sull'assenza e sulla mancanza, per arrivare poi a colmare qualsiasi vuoto con il cibo, è identico a quel che ho passato io. Pensavo sinceramente che facendo a "ritroso" con lo psicologo il movimento che mi ha portata alle abbuffate, avrebbe aiutato, invece no x ora, e son qui da capo. Ho una gran rabbia per questo, x dover affrontare questo dolore a ogni pasto, ma perchè non se ne va da solo?
      Abbiamo più o meno la stessa età, e non sai come vorrei liberarmi da questo problema, anzi da questa dipendenza. Sono stufa di sentirmi sempre malata non appena mi passa un piatto di pasta davanti, e sono veramente stufa anche di esser sempre incavolata con mia mamma. Vorrei capirla in qualche modo, o meglio compatirla, e lasciare da parte tutto quel che volendo o non volendo, ha causato a me, e proseguire per la mia vita senza farmi toccare piu' di tanto da quello che lei dice e fa... a volte ci riesco, altre volte come oggi proprio no, e qualunque cosa dica e faccia mi dà un enorme fastidio.
      Davvero grazie per il passaggio, e dovessi riprendere il blog, e dovessi volermelo segnalare, fammi sapere e ti seguirò con piacere.
      Un abbraccio.

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